Presentazioni Squadre 2019, Movistar
Compatta intorno ai suoi obiettivi, la Movistar è pronta a riprendere la sua caccia ai Grandi Giri. Come ormai da qualche anno a questa parte, la squadra iberica sarà una delle formazioni più attrezzate in montagna, con alcuni capitani designati e altri pronti a diventarlo se la strada lo permettesse. Rispetto al passato, però, Eusebio Unzué ha deciso di dividere in maniera più saggia i propri uomini di punta, cercando di portare una squadra competitiva in tutti e tre i Grandi Giri. Giunta alla sua 40ª stagione in gruppo, ha vinto il Tour de France per sette volte ma, da quando il main sponsor è Movistar, ci è spesso andata vicina, senza tuttavia riuscire mai a conquistare la maglia gialla.
GLI UOMINI PIÙ ATTESI
Doveroso è partire dal campione del mondo in carica, Alejandro Valverde. L’Embatido ha raggiunto l’obiettivo della sua carriera lo scorso settembre a Innsbruck e ora potrà godersi la maglia iridata senza troppe pressioni. Come sempre lo si attenderà protagonista sulle Ardenne (attenzione anche alla sua presenza al Giro delle Fiandre), ma il murciano ha dimostrato di voler lottare per la vittoria in qualsiasi corsa prenda il via. Per i Grandi Giri proverà a regalare spettacolo al Giro d’Italia, al via per la seconda volta in carriera, e alla Vuelta a España, anche se i suoi obiettivi in queste corse saranno tutti da scoprire. In ogni caso, il suo mirino è puntato su Tokyo 2020…
La Movistar si attende poi risposte da Nairo Quintana, reduce da un 2018 difficile, con tanti piazzamenti ma poche prestazioni degne del suo nome. Il passo indietro dello scorso anno, soprattutto in termini di corse a tappe, ha fatto preoccupare un po’ tutti, ma darlo già per finito è a dir poco avventato. Il colombiano darà l’ennesima caccia alla Grande Boucle, con la speranza di poter tornare ad incantare in salita e dare battaglia a Chris Froome.
C’è poi Mikel Landa, ancora in cerca di una stagione che possa considerare soddisfacente. Il talentuoso basco dovrebbe finalmente avere la chance di correre per sé al Giro, visto che Valverde dovrebbe fare da battitore libero, e per lui sarà obbligatorio sfruttare questa occasione. Se non incapperà in guai fisici, l’ex corridore della Euskaltel andrà considerato sicuramente come uno dei papabili per il podio finale. I suoi tifosi si attendono ancora il definitivo salto di qualità e nel 2019 ci sono tutti i presupposti affinché questo avvenga. La pressione su di lui sarà probabilmente la più alta di questi ultimi anni e sarà necessario riuscire a gestirla nel migliore dei modi.
La squadra disporrà poi di diversi corridori che probabilmente avranno maggiori libertà nelle brevi corse a tappe. Tra questi i nomi più interessanti sono quelli di Richard Carapaz e Marc Soler. Il primo ha chiuso quarto il Giro d’Italia, mentre il secondo ha vinto la Parigi-Nizza, tutti elementi che li rendono molto più che semplici alternative. Se per i GT sembrano avere un po’ le ali tarpate, a causa dei tre succitati, sicuramente avranno più spazio in corse minori, ma comunque prestigiose. Per decidere le gerarchie vere e proprie, comunque, fondamentali saranno i primi mesi di corse, dove ognuno dovrà provare a guadagnarsi la fiducia della squadra.
ncora meno spazio dovrebbero averlo Andrey Amador, reduce da una stagione totalmente al servizio dei compagni, Winner Anacona, Carlos Verona e Rubén Fernández, tutti corridori abili in salita ma che con i gradi di capitano hanno sempre fatto piuttosto fatica. Sempre minori sono invece ormai le speranze di ritrovare il vero Carlos Betancur; alla soglia dei 30 anni il colombiano non sembra avere più la forza (e la voglia?) per tornare ad essere quello che era nei primi anni da professionista, a maggior ragione in una squadra come la Movistar nella quale, per avere delle possibilità, devi andare molto forte.
Interessante sarà osservare anche Eduard Prades, alla prima esperienza nel WorldTour, che potrebbe mettersi in evidenza sia nelle classiche, facendo valere il suo spunto veloce, sia nelle corse a tappe con dislivelli non esagerati. Sul pavé spazio al nuovo arrivo Jürgen Roelandts, che dovrà provare a tenere alta la bandiera del team praticamente da solo. L’unico che potrebbe dargli una mano è il 35enne Imanol Erviti, che nel 2016, a sorpresa, centrò la Top10 sia al Giro delle Fiandre che alla Parigi-Roubaix. I corridori da pianura non sono molti: a fare da registi in corsa ci penseranno i veterani José Joaquin Rojas e Daniele Bennati, mentre Nelson Oliveira e Jasha Sütterlin saranno gli uomini di punta per le cronometro.
L’unico in grado di dire la sua in volata, invece, pare essere Carlos Barbero, che comunque non è uno sprinter puro e dovrà cercare di farsi trovare pronto nelle tappe miste, con la consapevolezza che raramente avrà una squadra tutta per sé.
LE GIOVANI PROMESSE
La Movistar non è sicuramente una squadra giovane e non è nemmeno celebre per essere una formazione che dà opportunità ai neoprofessionisti. Sotto ai 25 anni ci sono solamente due corridori, entrambi iberici. Il primo è Héctor Carretero, classe 1995, che è in procinto di cominciare la sua terza stagione in maglia Movistar. Nei primi due anni, però, il castigliano non ha mai centrato una Top10, a parte un ottavo posto nella cronometro dei campionati nazionali spagnoli, chiusi comunque a 3’24” dal vincitore Jonathan Castroviejo.
Il secondo, un anno più giovane, è Jaime Castrillo. Anche per lui i risultati nel primo anno di Movistar son stati praticamente nulli, ma un sesto posto nella prova in linea del mondiale di Innsbruck nella categoria under 23, unito alla vittoria dei campionati nazionali a crono nel 2017, lasciano intravedere qualche qualità che potrebbe provare a far fruttare nell’anno appena iniziato.
LA SQUADRA
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